Adelchi Giovanni Fantini


La storia

Il 7 Luglio 1947, nella Cattedrale di Sessa Aurunca, per volere dell’allora vescovo Mons. Gaetano De Cicco, veniva ordinato sacerdote un giovane e brillante seminarista, destinato a divenire, di lì a poco, il protagonista più importante della storia della Parrocchia di San Nicola in Mondragone. Si chiamava Adelchi Giovanni Fantini Adalgisus Johannes Fantini ), ma da sempre, conosciuto, e ricordato da tutti, come: “Don Fantini”.

Figlio di Carlo Fantini e Marianna Fargnoli, Adelchi nacque a Castelforte (LT) il 1° Gennaio 1923, e qui ricevé il Battesimo, nella chiesa parrocchiale di San Giovanni Battista, il 10 Marzo dello stesso anno.

Frequentò con brillanti risultati le scuole elementari del paese natio, poi gli studi secondari nel Seminario Arcivescovile di Gaeta e successivamente quelli filosofici e teologici nel Seminario Regionale di Salerno, ove si distinse sempre per quella intelligenza viva e combattiva, che poi rivelerà in ogni tratto del suo ministero e della sua azione pastorale.

Fu durante la seconda guerra mondiale che il destino guidò il giovane Adelchi, allora seminarista, nella terra sessana; ed è proprio nell’estate del 1945, mesi in cui infuriava la cruenta battaglia di Montecassino tra le truppe tedesche e quelle anglo-americane, che tra gli sfollati che si dirigevano al di qua del Garigliano, insieme ai suoi parenti, venne accolto da una famiglia di Fasani di Sessa Aurunca.

Lui stesso raccontò con queste parole, quei momenti della sua gioventù:

... feci l’animatore nella parrocchia di Fasani, priva del reggente, don Luca Lecce, da poco deceduto. In occasione della festa di San Martino, patrono della parrocchia, sollecitai la presenza del Vescovo, che entrò nel piccolo borgo a dorso di un asino per poter guadare il Rivo Grande, dal momento che l’unico ponte d’accesso era interrotto, minato dalle truppe tedesche in ritirata. In risposta alle parole di ben venuto rivolte al presule da una bambina nella piazzetta del paese, nel complimentarsi con il giovane seminarista, Mons. De Cicco esclamò: «Desidererei tanto che questo giovane restasse nella mia diocesi!». Questo desiderio, mediato dalla divina provvidenza, si e poi verificato”.

A distanza di appena un anno dalla sua ordinazione a sacerdote, il 16 Luglio 1948, (festa della Madonna del Carmelo), venne inviato come nuovo parroco nella popolosa comunità di San Nicola in Mondragone.

All’epoca non vi era una chiesa parrocchiale vera e propria ma, poste a distanza l’una dall’altra, due cappelle: quella dedicata alla Madonna del Carmelo (attualmente ancora esistente ed in uso) e, nella parte più antica del rione, quella dedicata a San Biagio (oggi non più visibile), che aveva un aspetto angusto e strutturalmente quasi fatiscente; per cui, la prima missione da compiere, fu per Don Fantini quella di costruire una nuova chiesa, più grande e più accogliente. Questo comportò non pochi sacrifici. Difatti, per la realizzazione di tale progetto, dopo molto adoperarsi, riuscì a reperire un'area di circa 5000 mq dalla famiglia Falco, che in seguito cedette in parte al Comune, affinché realizzasse i due edifici per le scuole elementari di Rione Amedeo. Affrontò un viaggio negli Stati Uniti per raccogliere fondi presso gli emigrati, affinché insieme a quelli offerti da generosi concittadini permettessero di portare a termine l'opera.

Raccolti in buona parte i fondi necessari, per realizzare nel migliore dei modi il suo sogno, affidò la realizzazione del progetto esecutivo nientemeno che a Gaetano Rapisardi, architetto di fama nazionale già noto per aver progettato e realizzato pochissimi anni prima (1952) la basilica di San Giovanni Bosco in Roma. Cosi, il 18 Ottobre 1954, iniziarono i lavori di quella che poi sarà la chiesa pregevole e maestosa che tutti possono ammirare.

Alla costruzione della Chiesa, fece seguito la rinascita della vita parrocchiale del rione San Nicola, fu riorganizzata l'Azione cattolica, riordinata la Congregazione di S.S. Maria del Carmelo, furono apportate innovazioni liturgiche e iniziata la ricerca di testi, soprattutto rari, per arricchire la Biblioteca, oggi, per volontà testamentaria di don Fantini confluita nel patrimonio librario della biblioteca comunale della città di Mondragone. Tutto il suo operato, rappresenta l’incessante impegno che Don Fantini ha profuso per la formazione spirituale delle coscienze e per porre in essere, con la collaborazione dei laici, una valida comunità cristiana. Comunità che attualmente ha raggiunto un alto livello di organizzazione e di crescita nella fede, anche grazie al lavoro svolto delle guide spirituali che si sono susseguite.

Con il passare del tempo, l’opera di Don Fantini varca i confini della sua parrocchia e si espande in vari campi dell’attività diocesana: fu Direttore dell’Ufficio Catechistico; Delegato Vescovile per le Confraternite; Vicario Foraneo di Mondragone; Presidente del Capitolo Collegiale di San Giovanni Battista; e, il 2 Luglio1982 nominato Cappellano di Sua Santità Giovanni Paolo II.

Ha scritto di lui, don Franco Alfieri, in un articolo pubblicato sulla Rivista Diocesana di Sessa Aurunca n. 1-2, anno IV, gennaio-giugno 1992:

Libero e schietto, estroso, imprevedibile, audace, profeta, integro ed intero, incontenibile e vulcanico nei progetti e nelle realizzazioni, visceralmente attaccato e votato alla causa della sua gente e della sua città. Ecco il ritratto di un uomo, di un prete, Mons. Adelchi Fantini, che fece della sua vita un dono, del suo cuore un tempio, della sua geniale forza intellettiva una leva per rompere ogni forma di accerchiamento che potesse compromettere il futuro dell'uomo. La sua azione poderosa fu sapientemente promozionale. Si espose sempre in prima persona, coinvolgendo tutto se stesso nella lotta di liberazione del suo popolo. Non ti lasciava mai indifferente la sua persona e le sue idee irrompevano in forme multicolori dalla sua esuberanza mentale. Mai si restò privi d’un dono.  Qualche volta destava impressione quel suo apparire sciatto e trasandato. A ben pensarci, in quel suo porsi, senza etichette, nella spontaneità dei gesti, delle parole e di tutto se stesso c’era una venatura di acqua zampillante... Egli era sincero: nemico acerrimo della doppiezza. Su questo terreno gettava impetuosamente tutto se stesso per aiutarci a vivere da uomini liberi”.

Attualmente, la Parrocchia presenta un insieme di strutture idonee allo svolgimento delle più varie attività pastorali: una canonica moderna e ospitale, un salone ricreativo per conferenze, incontri e spettacoli, un campetto per lo svolgimento di varie attività sportive e ricreative.

Don Adelchi Fantini fu il parroco di San Nicola per quasi 44 anni. Morì a 69 anni, all'ospedale di Formia (LT), il 7 febbraio 1992, senza aver mai lasciato la comunità parrocchiale che gli era stata affidata.